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Capire il successo del metodo di sviluppo OpenSource: dai punti Karma ai Thanks to

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clacla

Oggi sfogliando una vecchia rivista che leggevo anni fa, mi sono imbattuto in Eric S. Raymond. Personaggio discutibile per alcuni, ma di sicuro che si ritaglia la sua fetta di merito e importanza nel mondo OpenSource. Ecco proprio lui mi ha spiegato il successo del modello di sviluppo di Linux e di tutti i progetti come Ubuntu e Co.

Forse questo non è il profilo migliore, ma…

Preciso subito che non ho avuto la possibilità di incontrarlo, ma mi sono semplicemente soffermato a legge una sua tesi (e libro). “La Cattedrale e il Bazaar” spiega come il modello di sviluppo introdotto da Linus Torvarl abbia potuto portare al successo progetti open source.

La chiave di tutto? Ringraziare e dare merito ai co-sviluppatori. Ovvero coloro che non hanno inventato il progetto ma portano idee, codice e critiche costruttive allo stesso. Grazie a questi elementi si riescono a creare cose grandiose, poichè vi è un’unione di talenti.
Con questo principio i progetti di successo lodano coloro che hanno aiutato, da una semplice segnalazione di un bug a coloro che lo hanno risolto, dal brainstrorm a chi implementa una nuova caratteristica.

Ognuno raggiunge l’obbiettivo con diversi mezzi. Partendo ai ringraziamente nei changelog, ai punti karma su lunchpad in base alla propria attivita (che sia di traduzione, segnalazione bug, bugfix, partecipando allo sviluppo, beta testing, etc.). Dando un semplice titolo di merito sotto al nickname a chi partecipa e aiuta nei forum di supporto. Facendo nacere progetti come Brainstorm di Ubuntu.

Insomma dare importanza ai propri utenti, perchè saranno loro che diventeranno co-sviluppatori (nei propri metodi). Ma è lodando gli sforzi fatti dagli altri, uniti a una buona leadership, che si determina il successo di un progetto.

Vi lascio con il consiglio di una lettura de “La Cattedrale e il Bazaar” (occupa al massimo due orette).